Me a Pezzi

Un bidone da riempire di pezzi... (di me, forse... ma meglio di notizie).

Wednesday, July 27, 2005

INTERNET: SUPER ARCHIVIO CONSERVA PAGINE WEB SCADUTE 'WAYBACK MACHINE' FA FELICI GLI AVVOCATI. IL CASO VODAFONE /ANSA

(ANSA) - NEW YORK, 27 LUG - 'Scripta manent' dicevano i latini, e vale anche per Internet. Chi pensava che il web fosse il mezzo di comunicazione piu' volatile e senza memoria dovra' ricredersi.
Attraverso un software che si scarica dal sito 'Wayback Machine' si puo' ripescare da un grande archivio digitale pubblico, 'Archive.com', una quantita' inimmaginabile di materiale elettronico: testi, audio, video e, soprattutto molte pagine web che si credevano 'scadute' e per questo perse per sempre.
Lo stesso servizio lo offre anche Google con il suo 'Google Cache', (cache e' un termine usato nel linguaggio informatico per indicare un luogo nella rete in cui le informazioni vengono archiviate anche se in maniera temporanea), ma la quantita' di pagine reperibile e' molto inferiore.
Da quando 'Archive' ha attivato questo servizio sono state fatte circa 40 miliardi di copie di vecchie pagine web utilizzando un programma che in automatico percorre tutta la rete e, come facevano gli amanuensi nelle biblioteche medievali, copia documenti che, cosi', non andranno piu' persi.
Oltre al valore storico e alla curiosita' stimolata da un mega archivio da cui ripescare le prime versioni di 'Yahoo!' o la prima scarnissima homepage di 'Amazon', il valore di questo archivio digitale lo hanno scoperto gli avvocati statunitensi specializzati in proprieta' intellettuale.
Pare che in alcuni studi legali americani sia ormai comune chiedere se si possa fare un 'wayback' su una certa questione realtiva a una causa in corso. La ricerca nel passato virtuale, a volte richioso, di alcune compagnie o personalita' e' diventata una vera e propria pratica standard durante alcuni processi.
Per esempio la 'Playboy Enterprise', quella delle conigliette e delle riviste per soli uomini, fa uso di questo sistema ''circa una volta ogni due mesi'' spiega Anamaria Cashman, consulente legale per la proprieta' intellettuale della famosa rivista.
''Stiamo molto attenti che i siti internet non facciano uso del nostro coniglietto o di altre immagini (quelle delle playmate) anche se le informazioni sono state rimosse e non sono piu' visibili in modo immediato'', aggiunge l'avvocato.
Anche la questione dei domini rubati e' stata spesso risolta con l'uso di Wayback. Capita infatti che utenti privati, generalmente con l'intento di truffare, facciano uso di un nome importante per attiare internauti e poi offire vari servizi commerciali. Oppure che qualcuno apra un sito con un nome famoso e obblighi poi il legittimo proprietario del nome a ricomprarselo, estorcendo cifre consistenti.
Uno dei primi grandi nomi a usare 'Wayback' in un processo e' stata la Vodafone, il gigante britannico della telefonia, che nel 2001, anno di apertura di Wayback, vinse una causa contro un privato che aveva utilizzato come nome del suo sito proprio 'Vodafone'.
Il colosso della telefonia accuso' la persona -una donna- di aver utilizzato il nome Vodafone per attirare utenti inesperti e utilizzare il sito a fini commerciali.
La donna si difese affermando che il suo sito era fatto proprio per dare istruzioni a quei navigatori web inesperti. Con un ricerca nel meta-archivo si appuro' che la signora voleva esclusivamente attirare a se' potenziali acquirenti.
La Vodafone vinse la causa senza problemi, recuperando il dominio internet, diventato ora il sito ufficiale di una delle piu' grandi compagnie di telefonia al mondo.(ANSA).

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